giovedì 17 marzo 2011

Storie di Unità...

Oggi sono a casa ad oziare e non solo perché ho un caviglione tumefatto causa incidente con lo scooter fatto ieri sera. Sono a casa perché oggi 17 marzo 2011: si festeggiano i 150 anni dell'Unità d'Italia, si festeggia quel giorno del 1861 in cui Vittorio Emanuele II fu proclamato re d'Italia.

La Storia d'Italia dell'Unità è fatta da tante piccole storie.

Il servizio militare è stato uno di quegli strumenti che ha fatto gli italiani dopo che era stata fatta l'Italia.
Nella seconda parte degli anni '30 Ninì - detto Nino - un bel giovanotto, il più bello del paese, alto 190 cm, simpatico, istruito e figlio di un benestante imprenditore agricolo viene chiamato a fare il servizio militare. Il suo paese è in Sicilia ma non è un paese di mare o di pianura, sta sull'Etna, è in collina, quasi in montagna. Per questo Ninì - detto Nino - viene mandato a fare il militare negli Alpini. Brigata Jiulia, credo. 
Un giorno come tanti di questa storia dell'Italia unita Ninì - detto Nino - con la sua cartolina di precetto in tasca, sale su un treno e dopo molte ore di viaggio si trova catapultato a vivere a migliaia di km dalla calda Sicilia, si trova a Gorizia.
Ninì - detto Nino - era un ragazzo istruito, abbiamo detto, e diventa ufficiale. Ha la possibilità di vivere fuori dalla caserma. Decide di prendere in affitto una stanza presso una famiglia. Compreso nell'affitto anche le pulizie della camera, lavaggio e stiro della biancheria. 
Arrivò anche il giorno del compleanno del nostro bell'ufficiale. Così, con il permesso della padrona di casa, invitò qualche amico, qualche commilitone, per un brindisi. La famiglia che ospitava Ninì - detto Nino - aveva una figlia di qualche anno più giovane di lui. Ninì - detto Nino - era ben educato ed invitò al brindisi anche la figlia dei padroni di casa. Erano gli anni '30 e non era bene che una ragazza da sola partecipasse ad una festa con soli uomini, anche se a casa propria, così decise di far venire anche la sua migliore amica Elvina. Elvina è una bellissima ragazza alta, prosperosa, bionda, con gli occhi chiari. Sicuramente la sua bellezza non passava inosservata. Ninì - detto Nino - ne fu subito colpito.
Al momento del brindisi, visto l'ospite inaspettato, ci si trovò con un bicchiere in meno! Ninì - detto Nino - che era una persona abbastanza precisa e previdente si trovò spiazzato ma il genio audace e femminile di Elvina suggerì la soluzione "Nino, non ti preoccupare noi due berremo dallo stesso bicchiere"... erano gli anni '30 e Ninì - detto Nino - veniva da un'arretrata Sicilia... questa soluzione spontanea di Elvina lo spiazzò e lo fece innamorare. In breve si sposarono ed ebbero due figli Filippo - detto Vanni - e Maria Elvina - detta Mavi -... e poi cinque nipoti: Stefano, Giorgio, Marco, Carla e Bruna!
Eccomi: sono nipote di questa Unità d'Italia!

Buona festa a tutti!

martedì 15 marzo 2011

..è primavera, svegliatevi bambine...


Oggi a Roma il sole splende, il vento caldo accarezza le guance e l'aria di primavera riempie i polmoni.

In tema di liste ecco la lista delle 10 cose che mi indicano che la primavera è alle porte!

1. l'odore dell'aria;
2. il vento che ti accarezza e non ti aggredisce;
3. il cielo rossastro dietro monte mario quando esco da lavoro;
4. le mani che non fanno male anche se guido lo scooter fino a dove pranzo non mettendo i guanti;
5. la necessità di mettere una giacca diversa;
6. la pioggia che lascia un po' di sabbia quando si asciuga;
7. il mio buonumore;
8. il colore della luce del sole;
9. gli alberi di mimosa in fiore;
10. cominciare a contare i giorni per l'arrivo dell'ora legale!



venerdì 4 marzo 2011

Saviano nel mio sconnesso stream of consciousness

Erano gli ultimi mesi del 2006, avevo appena iniziato a lavorare e sull'autobus avevo visto più persone leggere il libro Gomorra. Era già un fenomeno editoriale ma doveva ancora scoppiare il clamore più grande arrivato dopo l'emblematica intervista di Enzo Biagi a Roberto Saviano.
Dal vederlo spesso leggere mi venne la curiosità di capirne i contenuti.
Come mi capita di raccontare quando parlo della mia esperienza di lettura di Gomorra, il testo precedente era stato Io uccido di Faletti. Questa sequenza ha amplificato molto la mia percezione del libro di Saviano. In che senso? Faletti nel suo giallo racconta di omicidi e torture... tutto frutto della sua fantasia. Saviano racconta episodi simili ma di una triste realtà. Questo mi ha sconvolta sul momento. La realtà supera la fantasia nella sua crudeltà!
Stasera ho visto su internet l'intervento di Saviano a Radio Deejay di qualche giorno fa. Mi sono tornate in mente mille cose. Innanzitutto la prima cosa che ho pensato quando ho letto il libro: cavolo ha quasi la mia età e sembra che abbia vissuto 20 vite! Non ho potuto non pensare al fatto che ha la mia età e ha rinunciato alla libertà... e questa libertà nella giovinezza mica torna: mamma che rinuncia pazzesca!
Poi mi sono ricordata di quando l'ho visto al Festival della Letteratura e del racconto che ha fatto.
Infine mi sono ricordata di mia mamma e delle marce antimafia fatte in una speranzosa Catania degli anni '90. Sono lontana da quella realtà da 10 anni... ma Catania è lontana da se stessa di 15-20 anni fa! paradossalmente mi sembra tornata indietro! 
Saviano alla fine del suo intervento su Deejay ha letto dal suo nuovo libro Vieni via con me le 10 cose per cui vale la pena vivere... e ho cominciato a pensare le mie... forse solo quelle di stasera:
1. il calore del fuoco sotto un cielo stellato;
2. passare del tempo con mio fratello e/o mia sorella;
3. leggere in autobus in giro per Roma;
4. il mare d'inverno;
5. ridere a crepapelle con qualcuno per delle sciocchezze che nascondono un universo condiviso;
6. il gelato della fata morgana;
7. l'alba vista mare sull'Etna;
8. Il gabbiano Jonathan Livingston;
9. sentirsi liberi girando la notte;
10. un abbraccio coinvolgente e inaspettato che ti racconta qualcosa.