martedì 20 dicembre 2011

Midnight in Paris

Un bel film, per me, è quello che non resta sullo schermo ma che, in qualche modo, mi fa viaggiare con i pensieri, i sentimenti, le emozioni!
Questo è quello che ho provato stasera vedendo "Midnight in Paris", ultimo film di Woody Allen.
La serata non era iniziata proprio al meglio, primo spettacolo perso e proiezione del secondo in bilico perché troppi pochi spettatori in sala (alla fine solo 4!!!). Per fortuna la simpatica signora del cinema ha fatto un strappo alla regola, che in quel circuito cinema vuole un minimo di 6 spettatori, e abbiamo iniziato a sognare.
Il primo dei sogni è stato quello di camminare per le vie di Parigi, magari sotto la pioggia, sentirsi dentro le atmosfere e lo sguardo di chi ce la sta raccontando.
Il protagonista ci accompagna prima attraverso la storia dell'arte e della letteratura degli anni '20 e poi, per un attimo, alla fine dell''800. 
Questo viaggio, questo racconto, questo sogno fa venir voglia di leggere, guardare opere d'arte nell'attesa che arrivi la sindrome di Stendal, e, perfino, la voglia di scrivere e dipingere in prima persona. La voglia di essere quell'artista che racconta la realtà.
All'uscita dal cinema avrei voluto iniziare a camminare, vagare per la città, in attesa di quel rintocco di campane che mi avrebbero portato lì dove avrei potuto incontrare chi conosco e apprezzo solo dalle sue opere.
Non so se ho anticipato troppo o detto troppo poco della trama ma per sognare atmosfere, reinterpretare l'opera degli artisti raccontati, far crescere il desiderio di visitare Parigi... la visione di questo film è proprio raccomandata!



lunedì 7 novembre 2011

"A qualcuno piace CRITICO"

“Cercate di lasciare questo mondo un po' migliore di quanto non l’avete trovato” così scriveva Sir Robert Baden Powell of Gilwell – fondatore del movimento scout – nel suo ultimo messaggio.
Proprio a questo devono aver pensato gli scout del gruppo AGESCI Roma 72 quando hanno provato a cambiare la realtà a loro livello.
Nell’agosto del 2010 il Clan (ragazzi e ragazze tra i 17 e i 20 anni), dopo un lungo lavoro sul consumo critico fatto durante l’anno, ha deciso di tradurre la loro riflessione in un’azione concreta: Cambuse Critiche.
Il funzionamento di Cambuse Critiche è quello di un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), gli attori in campo non sono le famiglie ma i gruppi scout, in occasione dei loro campi.
Alla base del progetto c’è la consapevolezza che le nostre scelte di acquisto hanno un valore, scegliere di acquistare da un fornitore che non abbia come unico obiettivo la massimizzazione del profitto – a discapito dei lavoratori e dell’ambiente, per esempio – è il valore aggiunto di chi ragiona da “buon cittadino”.
In concreto i ragazzi hanno creato un elenco di fornitori, compilato i listini dei prodotti e trovato una modalità di gestione degli ordine che fosse calata sulla realtà dei campi scout.
Sono una decina i fornitori individuati, tra loro: Pangea – Niente troppo, cooperativa legata ad Altromercato; Io non assumo in nero, realtà siciliana che si occupa della produzione “etica” delle patate; Iris, che si occupa della produzione di pasta biologica.
A parer mio il passo più complicato che hanno compiuto è stato cercare e mettere in rete i gruppi scout che hanno aderito a questa scelta di consumo.
Questo lavoro ha consentito che, negli ultimi mesi, circa 50.000 euro sono stati spesi attraverso questo gruppo di acquisto. La quota più significativa (c.a. 45.000 euro) è arrivata dalle scelte di acquisto del Campo Regionale organizzato la scorsa estate dall’AGESCI Lazio a Veroli (FR).
La scelta fatta aveva il duplice scopo: acquistare in modo etico e critico, secondo i principi dell’associazione, e cogliere l’occasione per educare e sensibilizzare i ragazzi presenti (circa 1300 ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 16 anni) ad essere “consum-attori” e non solo vittime del consumismo.
Il progetto Cambuse Critiche pian piano si sta distaccando dalla realtà del gruppo Roma 72, al momento è in mano a 5 persone – provenienti al momento dal gruppo ma aperti ad accogliere chiunque li voglia aiutare – che costituiscono una pattuglia che continuerà il lavoro con due obiettivi: quello commerciale – quindi il gestire il gruppo di acquisto; il secondo è la divulgazione e la sensibilizzazione sugli argomenti inerenti al consumo critico.
Per ulteriori informazioni: 
http://www.cambusecritiche.org
http://www.agesciroma72.org/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=44&Itemid=66
info@cambusecritiche.org

lunedì 3 ottobre 2011

Piccole emozioni

Ci sono degli eventi che segnano in qualche modo un "inizio" di qualcosa e che emozionano tantissimo, che si aspettano con ansia!

Mi ricordo quando ero in attesa del primo giorno di scuola: incontrare i compagni dopo le vacanze, cominciare a scrivere sul nuovo diario, conoscere i nuovi insegnanti... questo e molto altro mi facevano aspettare con emozione quel primo giorno di scuola.

L'uscita dei passaggi agli scout (per chi sa di ciò che parlo): cambiamenti, nuovi inizi, conoscere nuovi capi o accogliere nuovi ragazzi (secondo il ruolo in cui affronti il momento)... i blocchi di partenza per l'anno che inizia!

Poi ci sono anche i primi appuntamenti: cosa mi metto, che cosa dovrò dire e cosa non dovrò dire, cosa dovrò fare e cosa non dovrò fare, le telefonate di consultazione alle amiche e agli amici più intimi... anche qui l'aspettativa che cresce!!

... oggi ho quell'emozione lì ma per una cosa apparentemente "sciocca": ributtarmi in piscina!! 
La piscina è qualcosa che mi fa star bene, che mi rilassa, mi fa fare il vuoto nel cervello. I suoni percepiti all'interno dell'acqua, il riuscire a muoversi senza sudare, il trattenere il fiato e il provare ad ogni vasca di forzare e superare un piccolo limite.
Ho già preparato lo zaino, riprovato il costume nuovo, controllato più volte di avere tutto (ciò non mi esonererà dall'aver dimenticato qualcosa)... come solo il primo giorno di scuola facevo (dal secondo la preparazione verrà fatta 10 min prima di uscire!!).

Chissà cosa sognerò stanotte.... Non vedo l'ora che sia domani!!!

lunedì 5 settembre 2011

The summer is magic...

Settembre è iniziato, pian piano, in silenzio senza farsi troppo notare. Fino a ieri... primo giorno di pioggia della nuova stagione.
Quando ero piccola per me l'ultimo giorno d'estate era il 31 agosto. Il nuovo anno iniziava il 1° settembre in occasione del primo giorno di lavoro di mamma: il primo collegio docenti dell'anno.
Da questa data iniziavano dei riti. I più importanti erano due: l'acquisto dei libri di testo e  la ricerca del diario.
Tre figli in età scolare non sono poca cosa in termini di spesa in testi scolastici. Mamma era un'insegnante e questo ci consentiva di avere uno sconto presso i distributori. Così a settembre, elenco dei libri e degli indirizzi dei distributori alla mano, iniziava la "via crucis" per la città: ogni distributore una stazione, ogni stazione una interminabile fila. Ovviamente tutti gli insegnanti avevano avuto la stessa pensata, in più c'erano tutti i librai... ecco quindi le file interminabili per avere un 15-20% di sconto!!
Il secondo punto fermo era il diario. Questo era (e penso lo sia ancora) fondamentale per tutte le ragazzine. Nei primi 15 giorni di settembre, dagli 8 ai 16 anni, più o meno, con mia  sorella Carla compivamo il rito della ricerca. Inizialmente andavamo nelle cartolerie vicino casa, con l'andare degli anni, aumentavano le esigenze ma anche le possibilità di allontanarsi da casa alla ricerca del nuovo "compagno" dell'anno. Il diario non serviva solo a segnare i compiti per il giorno dopo ma anche a scrivere dediche, appunti, attaccare foto, scrivere canzoni... e chi più ne ha più ne metta. Per alcuni anni ho scritto a matita i compiti per casa per poi poterli cancellare e riempire quelle pagine con altro che di scolastico aveva ben poco. In confronto alle mie coetanee io non ero una vera "professionista del diario"... ma sicuramente ci provavo!!!

Adesso l'unico rito che ho in questo periodo dell'anno è il fare il bilancio della stagione trascorsa. Per cosa ricorderò questa estate 2011?!
Innanzitutto la ricorderò per il campo regionale. Due anni di fatiche ricompensate da un magnifico sogno realizzato (ma di questo ho già scritto nel post precedente).
La scoperta di Roma sud. In quasi 11 anni sarò stata più a sud di piazzale della Radio, forse, 10 volte. Grazie alla frequentazione di nuovi amici e a una serie di coincidenze, almeno un paio di volte a settimana da metà maggio in poi sono stata a Roma sud. Ho pure scoperto scorciatoie e percorsi alternativi rispetto a quelli suggeriti da google maps!
Foto gentilmente concessa - a sua 
insaputa - da Nicola Scotti di Uccio 
Questa è stata anche l'estate in cui ho più sofferto il freddo!! Fino a metà luglio ci sono state diverse serate fredde nella Capitale. La seconda settimana di luglio alle 21 c'erano anche 15-17°!! Poi ovviamente le temperature "alpine" del campo regionale. Infine, il freddo di Serra la Nave e dei Monti Silvestri.
Altra cosa che rimarrà di questa estate è la prima vacanza "in compagnia". Io che mediamente rifuggo un po' il vivere troppo tempo gomito a gomito con qualcuno (campi scout esclusi), che di fatto sono partita da sola per il Cammino si Santiago, che non ho mai avuto l'"amica del cuore" con cui vivere in simbiosi, che spesso non incrocio i miei coinquilini per giorni: sono rimasta proprio contenta dei giorni di vacanza sicula con Nicola. Certo che se non russasse sarebbe meglio... ma visto il piacevole tempo trascorso insieme forse potrei anche perdonarlo per questo. (Nicola mi chiede di sottolineare la platonicità della vacanza... altrimenti gli rovino la piazza!!)

Ovviamente adesso è il tempo dei buoni propositi: iscrivermi in piscina (o comunque fare sport), migliorare il pessimo inglese che ho e riprendere a disegnare con costanza!!


lunedì 1 agosto 2011

L'esperienza di una vita


"2011: le Squadriglie che fecero l'Impresa" ... 22-31 luglio 2011... Campo regionale di Squadriglia... Prato di Campoli - Veroli... Squadriglia... Impresa... Competenza... Capo Squadriglia... Maestri di Specialità... Maestri di Competenza... 
Queste parole negli ultimi due anni hanno costruito un sogno che è diventato realtà negli ultimi giorni. 
Un sogno condiviso, di quelli che si fanno ad occhi aperti e con le mani in pasta. Un sogno che diventa "l'esperienza di una vita".

Il pensiero ricorrente di questi ultimi giorni è che questo sogno è stato costruito ogni giorno da ciascuno di noi, ciascuno di quelli che hanno impastato questo meraviglioso dolce. Ogni momento vissuto e situazione creata aveva gli occhi, le mani e la storia di qualcuno. La Pattuglia, gli Incaricati, i Capi campo,  la "cabina di regia", gli "amici" della Branca E/G... i grandi sogni non si costruiscono in solitudine, è la comunità che li concretizza. 

Che ciascuno di noi abbia segnato e personalizzato così fortemente il campo l'ho realizzato la prima volta quando abbiamo condiviso la cerimonia di apertura: in un passaggio c'era un discorso pronunciato da Calamandrei in un liceo negli anni '50... se Massimo non fosse stato l'incaricato, probabilmente, avremmo letto un altro brano... invece era quello... e poi soffermandomi su questo pensiero ho realizzato che: la catechesi non sarebbe stata così se Paola non avesse costruito e voluto un percorso per i Capi Squadriglia animatori della preghiera... e i "moduli" del campo non sarebbero stati quelli e organizzati in quel modo se la pattuglia contenuti non fosse stata formata da quelle persone... il fomento da "video del campo" non avrebbe portato al campo tanti E/G se in Pattuglia non ci fosse stato Gianni... e poi la canzone e "il bandito e il guidone"... l'elenco che si potrebbe fare è davvero lungo e contiene i nomi di tutti, proprio di tutti. Ogni momento, ogni attività, ogni dettaglio vive grazie ad un pezzetto di noi.

Altro dettaglio che mi ha fatto sorridere e che racconta quanto costruito da questa comunità sono le magliette dell'uniforme da campo: abbiamo tutti le stesse magliette! magliette di eventi, momenti, viaggi.... tutto vissuto insieme credendo in quello che stavamo facendo come qualcosa che è parte della nostra vita: è stata la nostra vita!!

Grazie a tutti per essere stati insieme "moltiplicatori" del lavoro e dei sogni altrui.. del mio lavoro... del nostro lavoro... dei miei sogni... dei nostri sogni!

Grazie agli E/G del Lazio che sono stati l'oggetto di tutto questo, che abbiamo visto crescere e cambiare... che abbiamo visto fiorire per questo campo e a questo campo... che abbiamo salutato ieri in mezzo a lacrime e sorrisi!!

Fate posto intorno al fuoco perché questo è il nostro gioco!!

Buona caccia!!!




venerdì 13 maggio 2011

Libertà

"Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona." 
(Art 3 - Dichiarazione universale dei diritti dell'Uomo)

"La libertà personale è inviolabile." 
(Art 13 comma 1 - Costituzione della Repubblica Italiana)


Credo che chiunque legga questi due articoli delle Carte fondamentali del nostro ordinamento e del sistema in cui viviamo non possa che condividerli. Per cui chiunque condanna il  sequestro di persona oppure il fermo di polizia non giustificato.
Poi però se ci mettiamo a pensare a cosa possa significare libertà potremmo scoprirne altre sfumature. 
Ci siamo mai chiesti come e quando limitiamo la libertà altrui? e quando "quella strana sensazione di disagio" è causata da qualcuno o qualcosa che sta limitando la nostra libertà?

In molti paesi del mondo è riconosciuto il reato di stalking - in Italia è punibile con la reclusione da 6 mesi a 4 anni! Stalker è colui che, in qualche modo, limita la libertà di qualcun altro attraverso atti persecutori.

Di recente mi è capitato di dovermi guardare da uno stalker. Non sono io l'obiettivo primario dell'azione persecutoria ma qualcuno vicino a me. Ciò ha comportato che questa persona stia in qualche modo infastidendo anche me, che abbia preso informazioni sul mio conto, che mi conosca. 
Andare in giro guardandosi le spalle non è affatto una situazione carina. Aver paura di andare in pausa pranzo o di rispondere al telefono o di stare da sola ferma in un posto o avere il pensiero frequente di poter avere dei feedback sugli spostamenti dello stalker crea un disagio difficile da immaginare se non ci si trova nella situazione. Innanzitutto si ha una sensazione di impotenza, soprattutto nel caso in cui non sei la vittima diretta, quindi difficilmente puoi avere la possibilità di fermare o denunciare. Poi c'è la paura di non conoscere che reazioni possa avere il persecutore, se possa avere comportamenti violenti verso il suo "obiettivo" o chi gli sta intorno.

Queste situazioni sono poco eclatanti ma sicuramente molto più frequenti dei sequestri di persona e spesso impossibili da dimostrare se non quando si è superata una soglia. Paura!

lunedì 2 maggio 2011

Nei pellegrini lo sguardo di GP2!

Foto di Riccardo Girardi
Se penso a Giovanni Paolo II la prima immagine che mi viene in mente è una foto anni '80 di una bimbetta di 8-9 anni con un maxipull verde con una scritta bianca grande di traverso, gli occhiali e i capelli corti appoggiata ad una colonna. La bimbetta sono io e la colonna è una di quelle del Bernini! l'occasione è una delle prime volte a Roma per dei controlli agli occhi. Una di queste volte sono andata a visitare S.Pietro con mamma e papà, era domenica e ci siamo fermati per vedere il Papa affacciarsi dalla sua finestra. Era la prima volta che lo vedevo.

Ma non voglio partire dall'inizio ma dalla fine di questa storia: questi ultimi due giorni.

Benedetto XVI ha proclamato Beato Giovanni Paolo II. 
Quando a gennaio ho saputo della beatificazione ho pensato che era qualcosa che avrei dovuto assolutamente vivere. Ma non la volevo vivere da semplice pellegrina, ormai da tempo ho scelto per la mia vita il Servizio e così andavano vissute queste giornate. Ho fatto questa scelta di servizio con la consapevolezza della mia fede arrivata anche attraverso GP2. Ho pregato e sperato di poter fare questa cosa in questi due giorni come scout. La mia residenza in Sicilia ha tenuto lontana per un po' questa possibilità ma poi la stupenda notizia da Riccardo: è possibile fare servizio anche per i non residenti a Roma!!
Gli ultimi giorni in realtà li ho vissuti con un po' di tensione, non avevo mai fatto prima d'ora un servizio del genere. Tanta folla, gli imprevisti... il resto della squadra.
Poi tra ieri e oggi mi è bastato guardare gli occhi dei pellegrini giunti da tutto il mondo per rivedere lo sguardo di Giovanni Paolo II. Vedere sui loro volti la fatica della giornata - magari di un lungo viaggio - ma anche il ricordo e la voglia di venerare questo nuovo Beato.
E allora mi sono ricordata di tutte le volte che ho incontrato GP2 nella mia vita, e sono state diverse.

Dopo quella prima volta a Roma la successiva fu qualche anno dopo (il '94, credo) a Catania, allo stadio. Ero andata con la mia amica Manuela. La visita doveva avvenire qualche mese prima ma il Papa cadde e si ruppe il femore.
Poi il 1997, GMG a Parigi. Agosto di fuoco, parto con gli scout. Strada nella regione dello Champagne prima e poi Parigi. La veglia al freddo e i bagni chimici chiusi per tutta la notte. E poi la mattina la papamobile che ci passa vicino e le parole di GP2 ai giovani venuti da tutto il mondo!
...si arriva fino ai primi tempi della mia vita romana, sarà stato l'inverno 2001. Un Angelus ancora a p. San Pietro.
Infine i 3 ricordi più emozionanti in assoluto, ed anche gli ultimi tre in ordine cronologico.
Nell'inverno 2003 sala Nervi, uniforme e al collo il fazzolettone degli Scout Universitari, ho portato la "Luce della Pace" all'incontro del Papa con gli universitari.
Ottobre 2004 il rinnovo delle promesse (scout) in occasione dei 30 anni dell'AGESCI, da sopra il colonnato vedevo la distesa azzurra e un Papa molto affaticato.
...e poi sempre p. San Pietro, un ricordo triste stavolta, sabato sera 2 aprile 2005. Da diverse sera ci si trovava in preghiera in piazza per GP2. Io non ero mai riuscita ad andare, ma quella sera dovevo andare, lo sentivo. Vado da sola. Arrivo in piazza ed inizia il Rosario. Ad un certo punto una voce annuncia che Giovanni Paolo II, il mio primo Papa, è tornato alla Casa del Padre. Sconforto! Sconforto della piazza! era una persona cara che non c'era più!! ho pianto!! ho incontrato Manuela - un'altra Manuela - ci siamo abbracciate e abbiamo pianto senza dire una parola. Poi i funerali al Circo Massimo con i ragazzi degli scout.

Il denominatore comune di questi eventi, passati e presenti, è la gente proveniente da ogni parte del mondo. L'incontro di un'unica comunità, il sentirsi insieme Chiesa. Questo è stato un Papa "pellegrino", in viaggio verso i fedeli. Un Papa per certi versi "scomodo" ma che ha parlato ai giovani con le categorie mentali dei giovani. Non li ha considerato adulti in potenza ma ragazzi e ragazze in cammino verso la loro santità.

giovedì 17 marzo 2011

Storie di Unità...

Oggi sono a casa ad oziare e non solo perché ho un caviglione tumefatto causa incidente con lo scooter fatto ieri sera. Sono a casa perché oggi 17 marzo 2011: si festeggiano i 150 anni dell'Unità d'Italia, si festeggia quel giorno del 1861 in cui Vittorio Emanuele II fu proclamato re d'Italia.

La Storia d'Italia dell'Unità è fatta da tante piccole storie.

Il servizio militare è stato uno di quegli strumenti che ha fatto gli italiani dopo che era stata fatta l'Italia.
Nella seconda parte degli anni '30 Ninì - detto Nino - un bel giovanotto, il più bello del paese, alto 190 cm, simpatico, istruito e figlio di un benestante imprenditore agricolo viene chiamato a fare il servizio militare. Il suo paese è in Sicilia ma non è un paese di mare o di pianura, sta sull'Etna, è in collina, quasi in montagna. Per questo Ninì - detto Nino - viene mandato a fare il militare negli Alpini. Brigata Jiulia, credo. 
Un giorno come tanti di questa storia dell'Italia unita Ninì - detto Nino - con la sua cartolina di precetto in tasca, sale su un treno e dopo molte ore di viaggio si trova catapultato a vivere a migliaia di km dalla calda Sicilia, si trova a Gorizia.
Ninì - detto Nino - era un ragazzo istruito, abbiamo detto, e diventa ufficiale. Ha la possibilità di vivere fuori dalla caserma. Decide di prendere in affitto una stanza presso una famiglia. Compreso nell'affitto anche le pulizie della camera, lavaggio e stiro della biancheria. 
Arrivò anche il giorno del compleanno del nostro bell'ufficiale. Così, con il permesso della padrona di casa, invitò qualche amico, qualche commilitone, per un brindisi. La famiglia che ospitava Ninì - detto Nino - aveva una figlia di qualche anno più giovane di lui. Ninì - detto Nino - era ben educato ed invitò al brindisi anche la figlia dei padroni di casa. Erano gli anni '30 e non era bene che una ragazza da sola partecipasse ad una festa con soli uomini, anche se a casa propria, così decise di far venire anche la sua migliore amica Elvina. Elvina è una bellissima ragazza alta, prosperosa, bionda, con gli occhi chiari. Sicuramente la sua bellezza non passava inosservata. Ninì - detto Nino - ne fu subito colpito.
Al momento del brindisi, visto l'ospite inaspettato, ci si trovò con un bicchiere in meno! Ninì - detto Nino - che era una persona abbastanza precisa e previdente si trovò spiazzato ma il genio audace e femminile di Elvina suggerì la soluzione "Nino, non ti preoccupare noi due berremo dallo stesso bicchiere"... erano gli anni '30 e Ninì - detto Nino - veniva da un'arretrata Sicilia... questa soluzione spontanea di Elvina lo spiazzò e lo fece innamorare. In breve si sposarono ed ebbero due figli Filippo - detto Vanni - e Maria Elvina - detta Mavi -... e poi cinque nipoti: Stefano, Giorgio, Marco, Carla e Bruna!
Eccomi: sono nipote di questa Unità d'Italia!

Buona festa a tutti!

martedì 15 marzo 2011

..è primavera, svegliatevi bambine...


Oggi a Roma il sole splende, il vento caldo accarezza le guance e l'aria di primavera riempie i polmoni.

In tema di liste ecco la lista delle 10 cose che mi indicano che la primavera è alle porte!

1. l'odore dell'aria;
2. il vento che ti accarezza e non ti aggredisce;
3. il cielo rossastro dietro monte mario quando esco da lavoro;
4. le mani che non fanno male anche se guido lo scooter fino a dove pranzo non mettendo i guanti;
5. la necessità di mettere una giacca diversa;
6. la pioggia che lascia un po' di sabbia quando si asciuga;
7. il mio buonumore;
8. il colore della luce del sole;
9. gli alberi di mimosa in fiore;
10. cominciare a contare i giorni per l'arrivo dell'ora legale!



venerdì 4 marzo 2011

Saviano nel mio sconnesso stream of consciousness

Erano gli ultimi mesi del 2006, avevo appena iniziato a lavorare e sull'autobus avevo visto più persone leggere il libro Gomorra. Era già un fenomeno editoriale ma doveva ancora scoppiare il clamore più grande arrivato dopo l'emblematica intervista di Enzo Biagi a Roberto Saviano.
Dal vederlo spesso leggere mi venne la curiosità di capirne i contenuti.
Come mi capita di raccontare quando parlo della mia esperienza di lettura di Gomorra, il testo precedente era stato Io uccido di Faletti. Questa sequenza ha amplificato molto la mia percezione del libro di Saviano. In che senso? Faletti nel suo giallo racconta di omicidi e torture... tutto frutto della sua fantasia. Saviano racconta episodi simili ma di una triste realtà. Questo mi ha sconvolta sul momento. La realtà supera la fantasia nella sua crudeltà!
Stasera ho visto su internet l'intervento di Saviano a Radio Deejay di qualche giorno fa. Mi sono tornate in mente mille cose. Innanzitutto la prima cosa che ho pensato quando ho letto il libro: cavolo ha quasi la mia età e sembra che abbia vissuto 20 vite! Non ho potuto non pensare al fatto che ha la mia età e ha rinunciato alla libertà... e questa libertà nella giovinezza mica torna: mamma che rinuncia pazzesca!
Poi mi sono ricordata di quando l'ho visto al Festival della Letteratura e del racconto che ha fatto.
Infine mi sono ricordata di mia mamma e delle marce antimafia fatte in una speranzosa Catania degli anni '90. Sono lontana da quella realtà da 10 anni... ma Catania è lontana da se stessa di 15-20 anni fa! paradossalmente mi sembra tornata indietro! 
Saviano alla fine del suo intervento su Deejay ha letto dal suo nuovo libro Vieni via con me le 10 cose per cui vale la pena vivere... e ho cominciato a pensare le mie... forse solo quelle di stasera:
1. il calore del fuoco sotto un cielo stellato;
2. passare del tempo con mio fratello e/o mia sorella;
3. leggere in autobus in giro per Roma;
4. il mare d'inverno;
5. ridere a crepapelle con qualcuno per delle sciocchezze che nascondono un universo condiviso;
6. il gelato della fata morgana;
7. l'alba vista mare sull'Etna;
8. Il gabbiano Jonathan Livingston;
9. sentirsi liberi girando la notte;
10. un abbraccio coinvolgente e inaspettato che ti racconta qualcosa.

martedì 15 febbraio 2011

I sogni son desideri...

Com'è bello svegliarsi la mattina e sentire ancora il calore dell'abbraccio che si è appena sognato! è piacevole quasi come un vero abbraccio, sa regalare un piacere tattile!
Ho un'attività onirica molto intensa, ricca e variegata. E mi piace tantissimo sognare. 
Sogno spesso amici e parenti e cerco sempre di raccontar loro di averli sognati... mi sembra quasi di "realizzare" il sogno e di stabilire con i protagonisti una nuova relazione reale.
Non so se sogno numeri vincenti del lotto... di fatto non li ho mai giocati, però prima o poi forse lo farò. Per ora continuo a "vincere" i soldi che non gioco.

Più di sognare ad occhi chiusi mi piace sognare ad occhi aperti. Mi piace immaginare scenari improponibili,  o assecondare i miei desideri più nascosti, provare ad immaginare "cosa accadrebbe se...". Mi sembra quasi di vivere mille vite in contemporanea: la mia, legata al tempo regolare scandito dall'orologio, e poi le mille vite alternative dettate solo dalla fantasia, in cui il tempo scorre a mio piacimento e lo spazio è solo un dettaglio. 
Quante cose ho fatto accadere nella mia immaginazione!!!

Poi però c'è anche il risvolto "negativo" dell'immaginazione e del sogno, quello che carica il futuro di aspettative. Quello che fa rimanere male quando la fantasia ha gonfiato e fatto crescere a dismisura i desideri... che la realtà appiattisce. La delusione più forte non è quando qualcosa non va come l'ho pensata ma quando, per qualche motivo, proprio non accade.

In questi giorni sto sognando molto ad occhi aperti... ho dei desideri e delle aspettative per il futuro come ho avuto solo in pochi altri periodi della mia vita.

Spero che non finisca come nelle storia che mi raccontava sempre mia nonna in cui ad una bimba avevano regalato una ricottina fresca. Tornando verso casa con la ricottina in mano la bimba cominciava a sognare cosa avrebbe potuto fare con quella ricottina. Avrebbe potuto venderla e con i soldi comprare un magnifico fiocco nuovo. Oppure un bellissimo mazzo di fiori per la mamma. Oppure avrebbe potuto tenerla e mangiarla tutta con la pasta, o con il pane o trasformarla in una soffice ripieno per i cannoli. Oppure avrebbe potuto regalarla a qualcuno... e mentre la bambina sognava e costruiva castelli in aria percorrendo il sentiero nel bosco... inciampò e la ricottina cadde per terra lasciando volar via tutti i sogni della bambina!




lunedì 7 febbraio 2011

Decidi tu che segno lasciare


Sono sconvolgenti i dati riguardanti le mutilazioni genitali femminili (MGF). 8000 bambine/adolescenti (secondo le singole tradizioni) ogni giorno nel mondo subiscono questo trattamento. 
La MGF è una pratica "tradizionale" soprattutto dell'Africa sub sahariana  ma non solo. Spesso viene associata al culto islamico ma in realtà nessun versetto coranico ne parla. La tradizione sostiene che questa pratica conserverebbe la purezza della donna. In realtà è solo una pratica che rende i rapporti sessuali molto difficili e dolorosi e pericoloso il parto. È uno modo di controllare il corpo delle donne.
Non scenderò nei dettagli delle orribili tipologie di mutilazione esistenti. Per farvi un'idea è sufficiente guardare la voce su wikipedia.
Studi recenti hanno individuato una diffusione di questa pratica anche oltre il continente africano, questo probabilmente ha almeno due motivazioni: la possibilità di avvicinarsi a popolazioni rimaste isolate fino ad oggi e l'effetto delle migrazioni dei popoli con i loro usi e costumi. 
Nessuno studio accurato è stato portato avanti in Italia ma le stime fatte dalle associazione che combattono tale pratica parlano di 500 bambine in un anno.

Sabato scorso ho partecipato alla conferenza stampa di presentazione della campagna Decidi tu che segno lasciare promossa da Non c'è pace senza giustizia (associazione legata al Partito Radicale Transnazionale), sostenuta da Enel Cuore Eni e Il Tempo, curata dall'agenzia Pan Advertising.
Tale campagna chiede a ciascuno di firmare sul sito un appello per chiedere all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 2011 una risoluzione per la messa al bando delle MGF nel mondo.

Durante la conferenza mi ha colpito l'intervento di Franca Valeri, sostenitrice della campagna, che evidenziava come questo argomento non debba avere colore politico ma debba essere sostenuto da chiunque.

Il mio invito, oltre che a firmare l'appello, vuole essere quello di informarsi e farsi veicolo di informazione. Purtroppo non sarà una risoluzione delle Nazioni Unite a cancellare questa pratica ma sarà la diffusione di una cultura e il sostegno a tutte quelle madri che decideranno di salvare le loro figlie.

Spot della campagna:
(al momento non è possibile inserire l'anteprima)

lunedì 31 gennaio 2011

Misteri d'Italia!


Scartabellando nella mia memoria qualche giorno fa mi è tornata in mente una storia vecchia di quasi 12 anni. Il protagonista è, anzi era, un amico di mia sorella. Un giovanotto pieno di sogni e di speranze che nel 1999 è partito per il servizio militare, come facevano quasi tutti gli abili alla leva allora, e non è più tornato. 

Il suo nome è Emanuele Scieri. 
Emanuele è scomparso un venerdì sera di agosto dentro la caserma Gamerra di Pisa e il lunedì successivo è stato ritrovato il suo corpo, ormai senza vita, ai piedi della torre per l'asciugatura dei paracadute.
Non voglio scendere nei particolari della vicenda - per questo vi rimando ad un racconto dettagliato fatto da Paolo Di Stefano nel 2008 su corriere.it.
Quello che voglio condividere oggi è la riflessione su come sia possibile che in una caserma dove, immagino, non si possa entrare ed uscire facilmente e dove tutto è controllato, in tutti questi anni non sia emersa la verità sui fatti di quell'estate, nessuno ha visto niente. Come sia possibile che qualcuno non risponda all'appello e non venga cercato per 3 giorni. Come sia possibile che, nonostante sia stato verificato che Emanuele non abbia fatto tutto da solo, non si è trovato un responsabile della cosa tra 50, 100, 200... fossero anche 1000 persone presenti in quel luogo in quei giorni. 
Qualche tempo fa ho fatto un incubo, ho sognato di aver ucciso delle persone (probabilmente troppi peperoni sulla pizza!!). Nel sogno avevo perso la memoria subito dopo il misfatto e la recuperavo improvvisamente attraverso il ritrovamento di elementi che riconducibili all'omicidio. Ecco, se solo penso a questo che è solo un sogno mi sale l'ansia. 
Come fanno delle persone "normali" - non parliamo di serial killer con turbe psichiche o killer di mafia immersi in una struttura - ma ragazzi che probabilmente erano lì come Emanuele per compiere un dovere, in questi 12 anni come hanno fatto a dormire la notte? a guardare in faccia la gente? a guardarsi allo specchio? e andare avanti nel loro quotidiano?!!
È ovvio che nessuno restituirà Emanuele alla sua famiglia e ai suoi amici ma come è difficile rassegnarsi alla mancanza di verità!

domenica 23 gennaio 2011

la famiggghia!

Una famiglia è costituita da un gruppo di persone che vivono insieme aventi in comune la discendenza (dimostrata o stipulata) da uno stesso progenitore o progenitrice nel caso di famiglia matriarcale, da una unione legale o da una adozione. Tra i membri di una famiglia si individuano varie relazioni e gradi di parentela.


(http://it.wikipedia.org/wiki/Famiglia)

Se qualcuno oggi andasse su wikipedia e cercasse "famiglia" leggerebbe in apertura della voce queste righe. 
Nella mia esperienza degli ultimi 10 anni la mia "famiglia" ha avuto sempre poco a che fare con i legami di sangue o con le "unioni legali"... ma ha avuto molto a che fare con la convivenza in uno stesso appartamento. 
Non parlo di convivenza al posto del matrimonio, nulla di più lontano. 
Parlo della convivenza tra più o meno coetanei che si trovano a mandare avanti una casa insieme, innanzitutto dividendone le spese... ma poi, in realtà, a condividerne la vita quotidiana con le gioie e con i dolori. Gli sguardi d'intesa che fanno ridere a crepapelle perché racchiudono il vissuto condiviso. Gli sguardi che sono capaci di radiografare l'altro e capire che qualcosa non va anche se la risposta alla domanda esplicita era stata "tutto bene". 
Sono quelle situazioni affettive che non ti fanno sentire abbandonato e solo anche se a centinaia di chilometri di distanza da quelle persone che il legame di sangue con te ce l'hanno... ma con cui hai scelto, per mille motivi, di non condividere più l'abitazione e magari la città.
I momenti di passaggio da una "famiglia" ad un'altra sono dolorosi come la fine di una relazione d'amore. Sembrano crollarti le certezze e gli appigli. L'universo che avevi costruito e che condividevi crolla. Non è solo cambiare vicini di camera! Arriva la sensazione di solitudine e la sindrome da abbandono. Ci si promette sempre reciprocamente che nulla cambierà ma poi, inevitabilmente, tutto cambia! Inevitabilmente accade!!
Proprio in questi giorni davanti a me escono scatoloni e borsoni, tra poco entreranno altri scatoloni ed altri borsoni. E la situazione si ripeterà tra mesi o anni quando qualche inquilino andrà via per qualche motivo. 
E qui si pone sempre la scelta di tutte le relazioni: vivo con cinico distacco la relazione per paura che finisca? o prendo il meglio e creo una nuova "famiglia"?... come sempre credo che opterò per la seconda!!

Ciao Chiara!! Ciao Ale!!!

martedì 18 gennaio 2011

Chi arriva prima aspetta!

Io sto con chi cammina piano 

perché guarda intorno 
con chi sorride ogni volta 
che arriva il giorno 
e non importa se ogni tanto 
salto il turno 
perché mi sembra chiaro che 
perché è dimostrato che 
chi arriva prima aspetta..


(Chi arriva prima aspetta - Ratti della sabina)


Nei giorni scorsi questa canzone mi ha riproposto una riflessione che ho iniziato circa 5 mesi fa durante il Cammino di Santiago. 
Come si vive il tempo? quanto lo facciamo scorrere veloce senza gustarne opportunamente ogni suo istante? quante cose ci scorrono intorno come se fossero proiettate su uno schermo bidimensionale quasi esterno al nostro campo visivo?
Durante il Cammino ho apprezzato quel tempo vissuto con la lentezza del mio passo. Quel tempo che fa avvicinare le cose a noi con quella velocità che ci permette di farcele apprezzare o disprezzare, che ci fa dare il giusto valore al contesto. Quel tempo che fa passare la realtà attraverso i cinque sensi, che rende la realtà intorno a noi "unica" perché diversa da un altra, che non lascia che i "luoghi" diventino "non luoghi".
Il vero problema è che questo è facilissimo quando si vive in un tempo-di-vacanza. Ma come si fa a "camminare piano e guardare intorno" in modo adeguato quando si hanno degli orari da rispettare, mille cose da fare, gente da inseguire, risultati da ottenere?!
Questa è una riflessione che mi attanaglia dalla sera del 31 agosto quando ho preso per la prima volta dopo 20gg lo scooter e tutto mi passava intorno trooooooppo velocemente, non riuscivo a guardare in faccia le persone, a salutarle; non riuscivo ad osservare gli oggetti... a stento e con tanta buona volontà potevo accorgermi del loro ingombro.

Il mio augurio per quest'anno, iniziato da quasi 3 settimane, è di ricordami più spesso di vivere il tempo con la giusta lentezza!!

mercoledì 12 gennaio 2011

...E via con il primo!

Spesso in questi anni mi sono posta davanti alla scelta se iniziare o meno un blog. Ogni volta che avevo voglia di condividere qualche pensiero all'esterno propendevo per il sì... poi, però, ho sempre pensato che l'idea di rendere pubblico ciò che pensavo potesse non essere interessante, in più potesse far parte di una sfera talmente personale da non volerla condividere ciò che frullava nel mio cervello proprio con tutti.
Queste due anime sono state sempre in conflitto... e lo saranno fino a che non cliccherò su "pubblica post".
Altra questione è il tempo e la costanza che è utile dedicare ad un blog. Avrò la costanza di non mollare tutto al secondo post? avrò qualcosa da dire in modo costante tanto da crearmi degli "aficionados"? chissà!!
per ora inizio con questo post quasi inutile!!